Flora e Fauna


Flora e fauna

La Flora
Il comune di Petrella Salto si distende su una vasta area totalmente montuosa che occupa una porzione della Valle del Cicolano, antica terra degli Equi, e i contrafforti di Sud Est del complesso dei monti Nuria e Nurietta, imponenti cime dalla zona summitale vagamente arrotondata. Questo massiccio montuoso che raggiunge quasi 2000 metri di quota, é di natura totalmente calcarea ed é situato tra il gruppo del M.te Cervia e Navegna, del M.te Velino-Sirente, del M.te Terminillo e del Monte Giano, sovrastante Antrodoco. Il paesaggio é estremamente suggestivo, talora dolce e talora aspro e molto vario mano a mano che ci si eleva in quota. La vegetazione ha riconquistato in forma quasi totale tutte le terre della Petrella (così in genere viene detto il comune omonimo) che in tempi non lontani (primi anni del ‘900) erano state rese quasi completamente brulle a causa dell’intenso sfruttamento del territorio operato con tagli irrazionali, pascolo intenso, ricerca di nuove aree per uso agricolo. Il mutare degli usi, della società, dell’economia ha portato all’abbandono della montagna ove il bosco ha riconquistato gli spazi che gli erano stati sottratti. La vegetazione é in gran parte quella tipica della bassa montagna ovvero della zona delle quercie mesofile o, per dirla con i tecnici, della fascia fitoclimatica del Castanetum, che in Italia raccoglie per distribuzione la gran parte delle specie arboree e arbustive. Immediatamente sopra al Castanetum vi é un’altra fascia vegetazionale, il fagetum, o zona del Faggio, meno ricca di specie, causa le condizioni ambientali meno favorevoli, ma con piante certamente molto suggestive per bellezza e solennità del portamento. La parte basale del territorio di Petrella coincide con il lago Salto, grandioso bacino realizzato negli anni trenta per scopi idroelettrici e, secondariamente, come cassa di espansione per le piene del fiume Salto che unitamente a quelle del Turano e del Velino, periodicamente inondavano la parte bassa di Rieti e l’omonima piana. La costruzione dell’invaso, iniziata nel 1938, terminò nel 1940 con la ricostruzione di interi paesi, ponti e strade. Il lago ha un perimetro di 61 Km, una superficie di 8 kmq, una capacità di 280.000.000 di metri cubi. Le sue acque , quando raggiungono il livello massimo toccano i 535 metri di quota. Da qui a salire inizia una fitta vegetazione di boschi di roverella, poi di cerro poi di carpino e frassino. In mezzo sono disseminati qua e la a seconda dell’esposizione, rubinie e maggiociondoli e più in alto aceri di monte, sorbi e noccioli. In questa fascia di vegetazione épresente anche il Castagno. Questo occupa ora piccole aree fresche e esposte a Nord od ad Ovest, ma la loro limitata estensione nulla toglie all’alto valore forestale e paesaggistico delle stesse e all’alto valore sociale un tempo posseduto per le popolazioni della montagna che da questa pianta traevano un prezioso alimento e dal suo legno assortimenti per mobili, infissi, paleria, cestini, attrezzi agricoli vari. Le querce hanno costituito, e costituiscono, la maggior fonte di approvvigionamento di legname da ardere e da opera (per mobili, per infissi, per traverse ferroviarie). Sono governate principalmente a ceduo come i carpini e i frassini. E’ opportuno non sottacere la diffusa presenza, in particolar modo specie nelle zone a minore copertura arborea, di varie specie di arbusti che con i loro frutti costituiscono una riserva alimentare di non poco conto per gli animali del bosco. Fra i tanti, si ricorda la rosa canina dalle tipiche bacche rosso fuoco e il prunus, i cui frutti assomigliano a isolati chicchi d’uva bluastri. Oltre i mille metri di quota iniziano i boschi puri di faggio, pianta di grande valore estetico, paesaggistico ed economico. Le dimensioni notevoli raggiunte da singoli esemplari danno un’immagine di solennità all’ambiente che li ospita. Non si possono sottacere i rimboschimenti eseguiti dalla Forestale negli anni 40 e 50 e posizionati in genere fra le due fasce fitoclimatiche, come le pinete di pino nero di Staffoli e di Petrella e le abetine in prossimit? del lago della Petrella costituite da Abete Rosso e da Abete Bianco. Il lago della Petrella é una piccola lama d’acqua situata in una zona defilata e un po’ sopraelevata da cui si gode l’incantevole e aspro paesaggio di Rascino con la sua grande piana e le sue montagne disposte a corona sulle quali lentamente sta tornando ad insediarsi il faggio dopo secoli che non vedevano nascervi un filo d’erba a causa delle forme di degrado già citate. Al di sopra delle faggete si estendono prati e pietraie fino alla sommit? dei monti che spesso ospitano animali al pascolo brado. La natura calcarea forma nel terreno piccole doline che in certi periodi dell’anno, in concomitanza con lo scioglimento delle nevi, si trasformano in altrettanti laghetti come quelli che si formano in prossimità della cima del M.te Nuria. I prati in alta quota non ospitano solamente graminacee e piccole leguminose. In primavera, quando la natura si sveglia, i pascoli sono punteggiati dalla fioritura di orchidee, di genziane, di cardi, di gigli, di asfodeli, di crochi e di viole.


La Fauna
La caccia e l’agricoltura hanno da tempo posto fine all’esistenza di grandi mammiferi, quali si trovano ora solo in particolari zone protette d’Italia. E tuttavia il popolamento animale é quanto mai ricco di specie, in particolare di quelle legate al bosco. Il cinghiale, privo di antagonisti, si sta diffondendo rapidamente, creando talora seri danni all’agricoltura. Diffuse sono le volpi, terrore dei pollai. Frequenti i tassi, miti e sornioni, e gli istrici, dai lunghi aculei che ricoprono il corpo. Sono animali dalle abitudini crepuscolari che a volte é facile incontrare quando attraversano le strade. Talora é stata ritrovata qualche carcassa di lupo, segno evidente che questo animale, oggetto di una caccia spietata, e scomparso, é oggi tornato. Puzzole donnole faine martore ricci, sono piccoli mammiferi, dalle abitudini notturne che trovano nei boschi e nelle zone disabitate della riserva un habitat ottimale di vita. E’ presente il gatto selvatico e lo scoiattolo che salta con audaci acrobazie da un ramo ad un altro o che si arrampica o discende con incredibile velocità sui tronchi degli alberi. Numerosi sono altri mammiferi più piccoli; fra tutti si ricorda il moscardino o nocciolino, roditore simile ad un topo, con abitudini arboricole e ghiotto di nocciole.

Testo a cura del dr. Antonio Giusti