Il territorio


Il territorio
Il territorio

Il territorio del Comune di Petrella Salto si estende nella sua totalità, se si eccettua il piccolo lembo del colle della Baronia, alla destra del Fiume Salto, raggiungendo le cime delle ultime propaggini della catena del Monte Velino, costituite in massima parte dal massiccio del Nuria, di cui parte integrante sono le cime del Nurietta (m. 1884) e quella del Monte Moro (m. 1524). Il territorio, dai monti al fiume Salto é piuttosto vario nei suoi aspetti e presenta caratteri di grande valore naturalistico. I centri abitati sono, per lo più, allineati su due direttrici, di cui la prima, a mezza costa, é costituita da centri che sono situati nel punto di congiunzione tra la montagna ed il fondovalle e quasi a guardia dello stesso, va da San Martino a Piagge includendo il capoluogo di Comune. La seconda, più breve per la natura del terreno, e per il restringersi della Valle nei pressi del Balzi di S. Lucia, oggi Diga del Salto, include i centri rivieraschi di Borgo San Pietro, Teglieto e Fiumata, una volta testa di ponte sul Salto ed ora ricostruiti sulle rive dell’omonimo bacino artificiale.

L’intero territorio, che attualmente ha una superficie di 102,1 kmq, é ammantato da una vegetazione rigogliosissima e varia che contribuisce a dare al paesaggio stesso un aspetto unico e gradevole che, privo di asprezze degne di nota, salvo poche eccezioni, come balzi, gole o orridi, appare alla vista come una serie di anfiteatri viridescenti, punteggiati da centri che in modo maggiore o minore a seconda della loro grandezza, si impongono alla vista del visitatore. Già al primo entrare nel territorio del Comune le cime del Nuria appaiono degradanti verso il fiume, attraverso balzi e colli verdi, per terminare, quasi posto a formare un ideale rincorrersi, con il piccolo "castrum" di San Martino, ergentesi su un colle posto a guardia di un’intera realtà amministrativa che é anche storica e geografica.

Più in alto, sulla sinistra, a semicerchio intorno ad un colle tondeggiante, quasi a formare un tronco di cono, l’abitato di Capradosso, posto come a spirale intorno ai resti di antiche fortificazioni, con il campanile della parrocchiale che emerge tra tante case poggiate l’una all’altra, che sembrano farsi compagnia e costituire un coro di pietre che si erge tra i ripidi castagneti degradanti verso il basso. Alla destra ancora colli verdissimi, che impediscono al visitatore di vedere Offeio, un altro "castrum" arroccato su un colle ed interamente circondato da altre cime, tutte coperte dal verde delle fronde. Ma l’orizzonte comincia ad allargarsi verso Casali Petrangeli, in pianori di mezza costa, allacciati alla ripida china dei monti ed il cui digradare più continuo e meno aspro, appare interrotto solo dall’emergere di altri colli, ancora ammantati di boschi, contrastanti con il verde diverso dei campi coltivati e dei prati.

Man mano che si avanza l’anfiteatro naturale diventa più ampio e, mentre sulla destra le distese di campi coltivati, punteggiato dall’opera dell’uomo, espressa da casolari, ville, chiesine, vanno ad affacciarsi nelle acque del Lago Salto, che si impone con le sue insenature, sulla sinistra, al culmine delle cime di un rilievo che tocca i mille metri e che si impone con il verde cupo delle piante che ammantano la sua sommità, contrastante con l’ocra scuro dei cespugli che popolano le sue aspre pendici, appare l’abitato di Staffoli, costituito da case ascendenti verso il campanile della chiesa di S. Angelo, posto a completare quasi una sentinella fatta di muri a guardia dell’intero anfiteatro. Più oltre, imponentesi per le sue proporzioni, sempre sulla sinistra dell’arteria di comunicazione, Petrella Salto, con le sue case arroccate in più file intorno alla storica Rocca, ora ridotta ad un dente di muri emergenti tra rocce e pini, le cui pendici verso il monte, con le sue pinete, sembrano un manto posto su una testa coronata.

Le case della Petrella, man mano che si avanza, giungono ad occupare l’intero panorama a monte del passeggero, in una poesia di colori che vanno dal grigio chiaro al grigio cupo, dal rosa pallido al giallino delle pietre inondate di sole, dal bianco della calce al bruno di alcuni edifici più antichi, al centro dei quali la maestosa emergenza architettonica della Basilica di Santa Maria della Petrella, con il cupo campanile in pietra sponga ed il porticato della sua piazza contornata dai palazzi, richiama l’attenzione di chi guarda che, osservando, si sposta verso altre emergenze, altri palazzi, per giungere al seicentesco bugnato di pietra del complesso costituito dal Palazzo Maoli, già Novelli e dalla chiesa di S. Andrea, il quale, visto dalla Rieti Torano, diviene il punto di congiunzione tra il vecchio e poderoso "castrum" e il nuovo abitato, che scende verso il piano, aggirando il colle di S. Rocco e superandolo, per divenire un vero e proprio balcone sul lago.

A monte di Petrella, che scompare alla vista dopo la breve galleria della "Carta" per riapparire in un’altra prospettiva con i suoi edifici più moderni e la sempre presente mole della Rocca, spuntanti da querceti rigogliosi e, prima delle cime di roccia candida dei monti, che emergono come scogli in un mare verde, decine e decine di ville moderne, quasi coperte e nascoste dalla vegetazione, esprimono con la loro presenza, la corsa verso il futuro dell’intero territorio.
Sulla destra l’ampia vallata di Santa Maria Apparì, che prende il nome dall’omonimo santuario mariano, che a sud termina con l’abitato moderno di Borgo San Pietro, che si impone alla vista con i suoi tetti rossi e con il grosso complesso monastico costruito per le suore Clarisse della Beata Filippa, intorno alla chiesa di San Pietro. Poi, ancora tetti rossi che sembrano toccare il lago, in quel punto molto più ampio e che al sole manda luccichii quasi metallici.

Ancora un poco e poi ancora, emergente dai boschi che lo circondano, il piccolo abitato di Colle della Sponga, bruno nel colore antico dei suoi tetti e dei suoi muri che sembra posto là tra il verde, dal pennello intinto nella tavolozza di un abile pittore. Avanzando ancora, sempre accompagnati sulla destra dalla visione del Lago del Salto, si incontra, proprio a ridosso della strada, il piccolo centro di Oiano, costituito da piccole case, separato dal lago da colli ammantati di frutteti e, più in basso, sulle rive stesse del lago, l’abitato di Teglieto, nuovo, ma arroccato sulla ripida costa degradante sulle acque come un antico "castrum".

Sulla destra, intanto appare l’abitato storico di Mareri, un pugno di case distese come quelle assai più numerose di Petrella, intorno alla Rocca, con case torri che emergono poggiate su un dirupo roccioso. Con rocce aguzze termina anche l’orizzonte a monte del piccolo centro, a coronamento di una costa ripida, in alcuni punti brulla, in altri rigogliosa di querce nane. È da questa costa che pende, quasi appeso a fili sottili ed invisibili, l’abitato di Piagge, che si impone un tutt’uno architettonico leggiadro e nuovo alla vista, balcone di muri a guardia di altri piccoli centri più in basso, come Collerosso e Pagliara, affacciato con il suo pugno di case sulla strada rumorosa, mentre sulla destra, in basso, si scorge l’abitato di Fiumata, proteso sulla riva del lago e come disteso su di esso, allacciato all’altra riva dal lungo ponte.

Un ambiente, quello del territorio del Comune di Petrella Salto che, pertanto, pur nella varietà del paesaggio, appare un tutt’uno umano con i suoi centri inconfondibili, dove nessuno assomiglia all’altro, e con il suo aspetto naturale vario e vivo, sempre maestoso nell’immagine che offre alla vista, sia quando i suoi monti si mostrano bianchi per le nevi invernali, sia quando, in estate, la cresta verde corona centri e spuntoni rocciosi specchiandosi nel lago artificiale, ormai parte integrante del paesaggio, sia, infine, quando le brume mattutine coprono le valli, nascondendole sotto un mare candido da cui emergono come penisole e promontori, le alture che creano così un nuovo e quanto mai originale aspetto all’intero territorio, da farlo assomigliare alle coste liguri o campane.

Ma, invece, ci troviamo nel centro dell’Italia, in un estremo lembo di Lazio, che offre, oltre la prima linea di creste verdi per querceti e faggeti e candide per l’emergere delle rocce calcaree, pianori montani che sembrano infiniti alla vista, distese di erbe di altura punteggiate da piccoli laghi e circondate da altre alture ora brulle per rocce emergenti, da far sembrare il tutto un mare mosso da onde tondeggianti color terra bruciata, ora rigogliose per i faggi e solcate da punti rammentanti vecchi tappeti di velluto verde posti in preziosi saloni barocchi.

E questo il territorio del Comune di Petrella Salto, lembo d’Italia poco noto alle grandi masse, attirate da territori più conclamati e reclamizzati, imposti, talvolta, dal consumismo del nostro tempo che tutto può valorizzare, ma che tutto può ignorare, ma che ha in sè enormi possibilità di sviluppo e che, comunque, è degno di essere ammirato e scoperto in tutta la sua completa ricchezza che va dai monti al lago, dai centri storici alle valli rigate da canori ruscelli, in un paesaggio intatto e pulito, dove però l’uomo ha lasciato tracce del suo passato e dove, operoso, tende a costruire il suo avvenire.
 

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